Secondo il Mckinsey Global Institute, la diversità di genere migliora il 15% le performance aziendali e per ogni aumento del 10% tra gli executive, l’azienda ottiene un aumento del reddito operativo fino all’8%
Negli ultimi dieci anni il dibattito sulla diversità e l’inclusione all’interno dei board è andato intensificandosi sempre di più.
Tra chi ha abbracciato la causa per una questione di immagine e chi invece si pone in maniera attiva nella creazione di politiche aziendali a favore dell’inclusività delle donne, è innegabile che avere una rappresentanza femminile elevata porti numerosi vantaggi, prima di tutto a livello economico.
L’impatto delle donne nei board
La domanda che ci si pone a gran voce è: perché è importante avere donne nel board di un’azienda e come impatta questa presenza a livello di ritorno economico?
Prima di tutto, è necessario partire da un assunto fondamentale: la diversità e l’inclusione generano vantaggio a tutti i livelli.
Numerosi studi dimostrano che avere dei team eterogenei permette di aumentare la capacità di innovazione e di problem solving in maniera esponenziale, il che si applica benissimo ai team operativi, dal marketing al product development.
Infatti, la diversity all’interno di gruppi di lavoro permette di affrontare una questione o un problema da diversi punti di vista, trovando soluzioni nuove e creative che, in alternativa, sarebbero difficili anche solo da immaginare; proprio perché, una sola persona o un gruppo omogeneo di persone, sono limitate dal loro proprio vissuto e dalla loro sola esperienza.
Inoltre, secondo i risultati ottenuti dal Diversity Brand Index (o anche detto DBI), nel 2019, 3 consumatori su 4 affermano di essere più sensibili al messaggio inclusivo dei brand: il 51% sceglie con convinzione brand inclusivi e il 23% preferisce i brand che investono sulla D&I. Quindi, l’impatto della diversity in azienda incide anche sulle vendite, migliorando i KPI economici.
Perciò promuovere temi di inclusione e diversità in azienda è un grandissimo vantaggio competitivo per le imprese, il che genera:
- innovazione
- creatività
- maggiori ritorni economici
Non solo equità, ma valore economico
È importante affrontare la parità di genere all’interno dei management delle imprese anche dal punto di vista economico, per dimostrare che l’inclusione e la diversità non sono solo temi di equità, ma anche di business
Parlando di indicatori economici, infatti, uno studio effettuato dai ricercatori della Bocconi e della Consob, ha evidenziato che molti KPI aumentano quando la composizione del board vede almeno il 30% di donne.
In particolare, l’esperimento ha mostrato che:
- il ROA (ritorni sull’asset) +0,51%
- il ROE (ritorno sull’equità) +1,73%
- il ROIC (ritorno sui capitali investiti) +0,67%
- il ROS (ritorno sulle vendite) +6,82%
Che dire, sono delle belle percentuali, vero? Il bello è che più aumentiamo la percentuale di donne nei board, più questi numeri tendono a crescere!
La crescita in termini di awareness e fatturato
Dimostrarsi un’azienda attenta e attiva nell’abbracciare politiche di inclusione e diversità, non è solo importante a livello decisionale e di operations interne.
Riuscire a comunicare in modo efficace tutti gli sforzi e le attività che l’azienda pone in essere per favorire D&I (diversity and inclusion), avvicina le persone e aiuta i consumatori a:
- fidarsi maggiormente della nostra realtà
- preferire i nostri prodotti/servizi rispetto ai competitor che non applicano queste iniziative
- stimolare il passaparola
- fidelizzarsi al nostro brand
Infatti, le aziende che davvero si sono impegnate nel favorire l’inclusione nelle più alte sfere aziendali hanno registrato un +23% del fatturato nel 2020 rispetto all’anno precedente.
Oltre le quote rosa!
Tuttə abbiamo sentito parlare almeno una volta delle quote rosa, vero?
Istituite nel 2011 per garantire la parità di genere, permette che, nei CDA delle aziende quotate e nelle partecipate pubbliche, almeno il 40% del personale sia di sesso femminile.
Le quote rosa sono state un’importante rivoluzione perché hanno obbligato aziende e organi pubblici a garantire la presenza delle donne.
Tuttavia, questo provvedimento non è sufficiente per assicurare la diversity e la rappresentanza femminile all’interno di gruppi decisionali. Per due motivi: il primo, sminuisce la professionalità della donna, perché fa passare il concetto che sia stata scelta solo per il suo genere; secondo, perché inserire un numero di donne all’interno di un team non significa che esse siano realmente incluse nei processi decisionali.
Perciò molte donne odiano le quote rosa e vorrebbero, invece, che la loro figura venga riconsiderata sotto una chiave diversa: quella della professionalità.
Non perché le donne siano più in gamba degli uomini, bensì perché sono diverse da loro ed è dalla diversità che nasce quell’innovazione e quella creatività che fanno crescere davvero le imprese.
L’inclusione non soltanto dal punto di vista delle donne
Fino ad ora abbiamo parlato di D&I concentrandoci sul tema del geneder balance.
Ma quando parliamo di inclusione e diversità ci riferiamo anche ad altre categorie di persone, dette “minoranze”, come:
- comunità LGBTQ+
- persone con disabilità motorie e/o cognitive
- persone provenienti da etnie e contesti socio-culturali diversi dal nostro
Inclusione significa tutto questo. Significa dare la possibilità a qualsiasi essere umano, – perché è di questo che si tratta, di umani – di dare il proprio unico contributo e realizzarsi come persona all’interno di un sistema sociale (sia esso sessuale, identitario, sociale, economico, professionale).
Ogni persona è unica, con un proprio vissuto, una propria storia e sono le storie di ciascuno di noi a far progredire l’umanità e, in essa, le imprese.
Per questo noi dell’Associazione Puglia Women Lead ci impegniamo a promuovere e creare programmi formativi destinati prima di tutto alle donne, alle aziende, ma senza dimenticare che parità di genere, significa davvero tanto di più.
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Ti aspettiamo a braccia aperte 😉
Articolo di Gloria Elicio.