Sogni un circuito internazionale per la tua impresa?

Cerchi uno spazio di lavoro che stimoli la concentrazione e la collaborazione?

Vorresti un ufficio comodo e organizzato?

Impact Hub Bari è lo spazio di coworking che fa per te!

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Imperdibile promo in vista dell’estate: la promo è valida solo per le prime 3 persone che sottoscriveranno una nuova membership Hub Unlimited entro il 31 maggio.

3 mesi di membership al prezzo di 2 per i mesi di giugno, luglio e agosto.

La promo Hub Unlimited è l’ideale per persone e aziende che vogliono usufruire di uno spazio fisso dove svolgere il proprio lavoro, e dove poter interagire con altre persone e collaborare.

La Hub Unlimited permette di accedere allo spazio di lavoro illimitatamente, usufruire della rete wifi, della casella posta, della cucina e della zona relax interna ed esterna; e ti dà la possibilità di avere qui ad Impact Hub Bari, la tua sede legale ed operativa. 

Entra a far parte del network internazionale di Impact Hub!

Un network pieno di giovani professionisti dell’IT, del marketing, della comunicazione e dell’organizzazione eventi, dove ogni giorno crescono start up innovative e nuovi progetti di collaborazione tra professionisti di settori diversi. Tutto questo all’interno di un open space comodo, bello e organizzato, sito in uno dei punti più strategici di Bari, la Fiera del Levante e a due passi dal mare. Scopri cosa pensano di noi alcuni dei nostri hubbers al seguente articolo

Non perdere questa occasione di entrare nel mondo di Impact Hub Bari!

Compila il form in basso (nella sezione “scrivici”) e richiedi la tua Promo Summer o fissa un appuntamento gratuito per visitare il nostro spazio scrivendo a [email protected]

Giovedì 28 aprile apriamo il dibattito sul tema del Metaverso, analizzandone le opportunità e le risorse, ma anche i rischi e gli aspetti ambigui che può comportare per gli esseri umani.

Il mondo sta evolvendo a una velocità che non è più quella legata ai ritmi dell’uomo ma è imprescindibilmente ancorata ai ritmi di crescita della tecnologia. Mondi virtuali, realtà aumentata, cryptovalute, nft… . Sono 350 milioni le persone che già abitano il Metaverso, 43 i mondi digitali attualmente esistenti.

Di questo universo ai confini con la realtà ne discuteremo nel talk gratuito di giovedì 28 aprile presso Spazio Murat, ore 18:00.

Una visione futuristica del mondo, che guarderemo con sguardo etico e virtuoso, analizzandone i pericoli e i benefici che essa comporta.

Chi saranno gli speaker che discuteranno con noi questo tema?

Giada Iodice, psicoterapeuta della Gestalt e Analisi Transazionale (formazione IGAT, Napoli), psicoterapeuta della coppia e della famiglia (formazione IGP, Arnesano), costellatrice Familiare.
Lavora nel campo delle Costellazioni dal 2009 quando ha conosciuto questo metodo per caso, grazie alla sua maestra e amica, la dott.ssa Sujey Aleman. Grazie alle Costellazioni Familiari ha potuto fare luce su molti aspetti della sua vita e ha deciso di trasformarlo nel suo lavoro.
Contemporaneamente all’università ha seguito una formazione biennale in Costellazioni Familiari e successivamente ha vissuto per un periodo in Messico dove ha approfondito il lavoro di Terapia Individuale con figure, il lavoro con i gruppi, la terapia della Seconda Nascita e la Terapia di Coppia.
Attualmente lavora come libera professionista conducendo terapie individuali, di gruppo, di coppia e di famiglia. Come consulente esterna, si occupa di supervisione e formazione di gruppi in ambito lavorativo.

Sergio Giorgio, esperto di progettazione e sviluppo di sistemi informatici, realtà virtuale, realtà aumentata, intelligenza artificiale e innovazione tecnologica. Dopo aver conseguito la Laurea in scienze dell’informazione presso l’Università degli Studi di Bari, lavora per oltre un decennio come consulente presso la multinazionale “Alstom Ferroviaria” nella progettazione e sviluppo di sistemi ferroviari e sistemi embedded nell’ambito della sicurezza e dell’informazione al pubblico.
Successivamente segue una carriera professionale autonoma lavorando come freelance e collaborando con successo ad un progetto “Horizon 2020” della comunità europea.
Nel 2016 diventa CTO di Mindesk, startup Italo-Americana legata alla realtà virtuale, e sviluppa da solo il primo prototipo; riuscendo a ottenere investimenti istituzionali e privati. Successivamente all’acquisizione della startup da parte di una multinazionale italo australiana, si dimette e intraprende una nuova avventura con la startup Endymion, legata al mondo della realtà aumentata e all’innovazione tecnologica.

Con l’obiettivo di iniziare una discussione sana e consapevole, vi aspettiamo in numerosi!
Per partecipare al talk gratuito segui l’evento Facebook e iscriviti a questo link: https://bit.ly/36DHeL8 .

Gli hubbers di Impact Hub Bari raccontano la loro sul tornare nello spazio coworking dopo aver lavorato fuori dai confini italiani. Il risultato è una maggior carica nel lavoro e più voglia di stare in comunità.

Capita spesso per i lavoratori e gli studenti italiani di trascorrere degli anni all’estero per imparare la lingua o per trovare la propria strada. Scelta più che giusta se si vuole crescere professionalmente e/o provare a vivere la quotidianità lontano dalle proprie radici.

Così è stato per molti hubbers presenti in Impact Hub Bari, che per studio o per lavoro, si sono trasferiti fuori dai confini italiani. Trasferimento che gli ha permesso di conoscere nuove realtà, di lavorare a stretto contatto con la propria azienda, e di acquisire competenze personali e professionali che non avrebbero ottenuto in altra maniera.

Eppure, raccontano gli hubbers, arrivati a un certo punto della loro permanenza all’estero, hanno riscontrato la necessità di tornare “a casa” e di lavorare in maniera differente da come erano soliti fare, ovvero senza troppi vincoli e in un ambiente più caloroso e amichevole.

“Sono rientrata in Italia durante la seconda ondata di pandemia. Sono rientrata per il Covid sì, ma anche e soprattutto perché stanca di andare ogni giorno in ufficio e timbrare il cartellino. Avendo una figlia avevo bisogno di meno costrizioni di orari e di più libertà” – ha raccontato Roberta De Palma, hubber di Hub Bari dal 2015, che nel 2017 ha dovuto trasferirsi a Vienna per continuare il suo mestiere presso UNIDO (United Nations Industrial Development Organization), realtà che si occupa di stipulare programmi di green economy per le aziende del Medio Oriente.

“Ho lavorato a Vienna per 3 anni e mezzo e poi sono tornata a Bari. Una volta qui ho cercato un posto adatto a me per lavorare. Dopo essermi guardata un po’ attorno e avendo visitato altri spazi coworking, alla fine ho scelto di tornare in Hub: l’ambiente qui lo trovo estremamente positivo. Non è il classico ufficio grigio, e mi piace molto l’idea di avere uno spazio condiviso con altri lavoratori, dove è possibile parlare, interagire e creare (volendo) altre collaborazioni”.

È più o meno la stessa esperienza che racconta Ivana Calciano, traduttrice di testi inglesi in ambito marketing commerciale.

Ivana, originaria di Matera, racconta di essere stata, per più di 13 anni fra studio e lavoro, in diverse parti d’Europa, e di esser tornata in Italia con l’intenzione di provare a discostarsi un po’ dal suo mestiere e conoscere altre realtà: “Volevo stare a contatto con realtà sul territorio che fossero più giovanili e che mi permettessero di interagire con delle startup. Alla fine ho trovato Impact Hub Bari. Venire in questo spazio coworking mi motiva. Mi piace il movimento di gente che c’è, e apprezzo il lavoro che si fa per mettere in contatto fra loro le persone. È quello che stavo cercando”.

Dello stesso avviso è Gianluca Ameruoso, ingegnere informatico e programmatore di piattaforme Big Data per Infinite Lambda, hubber dal 2021: “Entrato in questa società di consulenza, la quale modalità lavorativa è completamente da remoto, ero convinto che lavorare da casa sarebbe stato il massimo; ma dopo due anni mi sono ricreduto. Mi piace stare in Hub e non tornerei indietro. Adoro il fatto di stare in uno spazio di coworking e l’idea di poter parlare con persone che fanno cose completamente diverse dalle mie. In Hub ho davvero trovato l’ambiente che cercavo”. “Inoltre – racconta Gianluca – ho visitato altri Hub presenti in Italia e all’estero ma, se magari possono essere più strutturati, non hanno la stessa espansività del sud e quella voglia di giusto svago a cui sono caro e a cui volevo tornare. Alla fine ho scelto Hub Bari anche per questo, se no me ne sarei andato a Milano!” 

In definitiva, gli hubbers di Impact Hub Bari affermano e testimoniano come il coworking, per la sua flessibilità, sia la soluzione ideale alle loro esigenze; e come lo stare in uno spazio dinamico e attivo, in confronto a un ufficio in casa o in azienda, aiuti a produrre un maggior e miglior profitto. Il giusto equilibrio fra lavoro e socialità permette inoltre di rimettersi a lavoro con più carica, e fa crescere la voglia di voler far parte di un gruppo, di una comunità“.

Gli hubbers sono la dimostrazione che il co-working aiuti effettivamente  a conoscere persone/realtà differenti e a fare rete; a scambiare idee ed opinioni (magari anche fuori dagli orari lavorativi) e a creare così collaborazioni, permettendo la crescita personale e professionale.

E tu, che ne pensi del coworking?

Se fai parte di uno spazio collaborativo, magari di un Impact Hub, dicci la tua. Se invece non hai mai provato questa esperienza, allora contattaci per far parte della nostra community!

Impact Hub Bari è sempre pronto ad accogliere nuovi membri come te.

Ti aspettiamo!

Secondo il Mckinsey Global Institute, la diversità di genere migliora il 15% le performance aziendali e per ogni aumento del 10% tra gli executive, l’azienda ottiene un aumento del reddito operativo fino all’8%

Negli ultimi dieci anni il dibattito sulla diversità e l’inclusione all’interno dei board è andato intensificandosi sempre di più.

Tra chi ha abbracciato la causa per una questione di immagine e chi invece si pone in maniera attiva nella creazione di politiche aziendali a favore dell’inclusività delle donne, è innegabile che avere una rappresentanza femminile elevata porti numerosi vantaggi, prima di tutto a livello economico.

L’impatto delle donne nei board

La domanda che ci si pone a gran voce è: perché è importante avere donne nel board di un’azienda e come impatta questa presenza a livello di ritorno economico?

Prima di tutto, è necessario partire da un assunto fondamentale: la diversità e l’inclusione generano vantaggio a tutti i livelli.

Numerosi studi dimostrano che avere dei team eterogenei permette di aumentare la capacità di innovazione e di problem solving in maniera esponenziale, il che si applica benissimo ai team operativi, dal marketing al product development.

Infatti, la diversity all’interno di gruppi di lavoro permette di affrontare una questione o un problema da diversi punti di vista, trovando soluzioni nuove e creative che, in alternativa, sarebbero difficili anche solo da immaginare; proprio perché, una sola persona o un gruppo omogeneo di persone, sono limitate dal loro proprio vissuto e dalla loro sola esperienza.

Inoltre, secondo i risultati ottenuti dal Diversity Brand Index (o anche detto DBI), nel 2019, 3 consumatori su 4 affermano di essere più sensibili al messaggio inclusivo dei brand: il 51% sceglie con convinzione brand inclusivi e il 23% preferisce i brand che investono sulla D&I. Quindi, l’impatto della diversity in azienda incide anche sulle vendite, migliorando i KPI economici.

Perciò promuovere temi di inclusione e diversità in azienda è un grandissimo vantaggio competitivo per le imprese, il che genera:

Non solo equità, ma valore economico

È importante affrontare la parità di genere all’interno dei management delle imprese anche dal punto di vista economico, per dimostrare che l’inclusione e la diversità non sono solo temi di equità, ma anche di business

Parlando di indicatori economici, infatti, uno studio effettuato dai ricercatori della Bocconi e della Consob, ha evidenziato che molti KPI aumentano quando la composizione del board vede almeno il 30% di donne.

In particolare, l’esperimento ha mostrato che:

Che dire, sono delle belle percentuali, vero? Il bello è che più aumentiamo la percentuale di donne nei board, più questi numeri tendono a crescere!

La crescita in termini di awareness e fatturato

Dimostrarsi un’azienda attenta e attiva nell’abbracciare politiche di inclusione e diversità, non è solo importante a livello decisionale e di operations interne.

Riuscire a comunicare in modo efficace tutti gli sforzi e le attività che l’azienda pone in essere per favorire D&I (diversity and inclusion), avvicina le persone e aiuta i consumatori a:

Infatti, le aziende che davvero si sono impegnate nel favorire l’inclusione nelle più alte sfere aziendali hanno registrato un +23% del fatturato nel 2020 rispetto all’anno precedente.

Oltre le quote rosa!

Tuttə abbiamo sentito parlare almeno una volta delle quote rosa, vero?

Istituite nel 2011 per garantire la parità di genere, permette che, nei CDA delle aziende quotate e nelle partecipate pubbliche, almeno il 40% del personale sia di sesso femminile.

Le quote rosa sono state un’importante rivoluzione perché hanno obbligato aziende e organi pubblici a garantire la presenza delle donne.

Tuttavia, questo provvedimento non è sufficiente per assicurare la diversity e la rappresentanza femminile all’interno di gruppi decisionali. Per due motivi: il primo, sminuisce la professionalità della donna, perché fa passare il concetto che sia stata scelta solo per il suo genere; secondo, perché inserire un numero di donne all’interno di un team non significa che esse siano realmente incluse nei processi decisionali.

Perciò molte donne odiano le quote rosa e vorrebbero, invece, che la loro figura venga riconsiderata sotto una chiave diversa: quella della professionalità.

Non perché le donne siano più in gamba degli uomini, bensì perché sono diverse da loro ed è dalla diversità che nasce quell’innovazione e quella creatività che fanno crescere davvero le imprese.

L’inclusione non soltanto dal punto di vista delle donne

Fino ad ora abbiamo parlato di D&I concentrandoci sul tema del geneder balance.

Ma quando parliamo di inclusione e diversità ci riferiamo anche ad altre categorie di persone, dette “minoranze”, come:

Inclusione significa tutto questo. Significa dare la possibilità a qualsiasi essere umano, – perché è di questo che si tratta, di umani – di dare il proprio unico contributo e realizzarsi come persona all’interno di un sistema sociale (sia esso sessuale, identitario, sociale, economico, professionale).

Ogni persona è unica, con un proprio vissuto, una propria storia e sono le storie di ciascuno di noi a far progredire l’umanità e, in essa, le imprese.

Per questo noi dell’Associazione Puglia Women Lead ci impegniamo a promuovere e creare programmi formativi destinati prima di tutto alle donne, alle aziende, ma senza dimenticare che parità di genere, significa davvero tanto di più.

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Ti aspettiamo a braccia aperte 😉

Articolo di Gloria Elicio.