Lavorare in un coworking ci rende più felici: lo dice la scienza
11 Febbraio 2020 - Gigi

Gli effetti positivi del coworking sul nostro benessere psicofisico

 

Quotidianamente siamo sopraffatti dallo stress quotidiano, soprattutto in ambito lavorativo dove le scadenze sembrano incombere giorno dopo giorno.

Così, con il passare del tempo, ci trasformiamo in produttori giornalieri di cortisolo, l’ormone dello stress, con ricadute anche sulla vita personale e relazionale, oltre che su quella professionale.

Capitano poi, e neanche raramente, dei periodi in cui proprio nell’ambito professionale ci ritroviamo davanti a dei momenti di grande difficoltà, dovuta a un sovraccarico o a delle problematiche che possono sembrarci irrisolvibili, soprattutto se ci troviamo nella così detta “crisi del problem solver”. Sotto stress, infatti, anche la nostra capacità di risolvere problemi viene intaccata, facendoci sentire sempre più stanchi, inadatti o addirittura incapaci nell’affrontare questioni che richiedono un certo grado di difficoltà.

Quello che dimentichiamo troppo spesso è che, in questi momenti, tendiamo a chiuderci in noi stessi e ad affrontare la realtà da soli piuttosto che aggrapparci alle persone che ci circondano.

Nel bel mezzo della “tempesta” ciò che è davvero importante per il nostro successo è ancorarci agli altri. Il supporto sociale è la chiave di svolta che può letteralmente salvarci nei momenti in cui abbiamo maggiormente bisogno. Le persone di maggior successo, infatti, piuttosto che chiudersi verso l’interno, si stringono di più intorno al loro supporto sociale, investendo su questo punto di forza. In tale maniera diventano individui più felici, più produttivi, più energici e più resilienti.

Quando siamo circondati da una comunità di persone su cui possiamo contare moltiplichiamo le nostre risorse emotive, intellettive e fisiche.

 

In uno studio chiamato “Very Happy People” i ricercatori provarono a scoprire quali fossero le caratteristiche di coloro che rientrano nel 10% delle persone più felici in assoluto e ne risultò che la sola caratteristica che contraddistingueva gli individui che appartenevano a quel 10% era la forza delle loro interazioni sociali [Il vantaggio della felicità, Shawn Achor, 2010].

Molti studi dimostrano che le interazioni positive durante la giornata lavorativa aiutano il sistema cardiovascolare a ritornare ai livelli di riposo. Questo, a lungo andare, funge da sistema protettivo dagli effetti negativi dello stress lavorativo.

Ogni connessione positiva con gli altri, infatti, abbassa i livelli di colesterolo (l’ormone legato allo stress), aiutando ciascuno di noi a riprendersi più velocemente dalle tensioni quotidiane. Il nostro supporto sociale fa in modo che lo stress non diventi un ostacolo per il raggiungimento dei nostri obiettivi, aiutandoci a sfruttare meglio i nostri punti di forza. Più ci sentiremo a nostro agio con le relazioni nel nostro ambiente lavorativo maggiore sarà la nostra efficacia.

Proprio per questo motivo lavorare in uno spazio di coworking ha dei vantaggi soprattutto sul benessere dei lavoratori, oltre che ai vantaggi economici e quelli derivanti dal rafforzamento della rete professionale.

Questo vale a maggior ragione per i liberi professionisti (o freelance) che solitamente lavorano da casa o da un piccolo ufficio in proprio. Poter trascorrere le pause pranzo o le pause caffè con altre persone ci aiuta non solo a stimolare il nostro pensiero creativo e a confrontarci, potendo guardare gli aspetti lavorativi da diversi punti di vista, ma soprattutto a sviluppare la nostra capacità empatica, a tutelarci dallo stress lavorativo e a farci sentire parte di un sistema sociale.

Per questo anche sempre più aziende virtuose scelgono di situare le proprie sedi operative all’interno di spazi di coworking: i dipendenti si sentono più felici e i dipendenti più felici sono scientificamente più produttivi, con un risparmio annuale sul bilancio aziendale.