“Bellezza e funzionalità devono correre di pari passo”: Gianluca Lobascio, l’architetto innamorato della forza della luce
28 Marzo 2019 - Gigi

Gianluca Lobascio, membro di Impact Hub da Gennaio 2019, è un ingegnere edile architetto dal 2010, si occupa di consulenza in fase di progettazione e di esecuzione di interventi edilizi. Si occupa,inoltre, di consulenza in ambito di riqualificazione energetica degli immobili in ambito catastale e amministrativo, con servizio delle pratiche organizzative per gli interventi edilizi.

Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio la sua storia.

 

Intervista di Viviana Guarini

Presentati in 10 Parole

Sono Gianluca, sono un architetto e amo la mia professione.

 

Quando e come nasce la tua passione per il mondo dell’architettura?

Nasce da quando avevo circa 10 anni: la mia passione iniziale era la tecnica e il disegno. Nel corso degli anni si è convertita in architettura e in arte in generale.

 

Qual è l’opera nel mondo che più ti rappresenta e perché?

L’opera che più mi rappresenta è “La casa sulla cascata” di Frank Llloyd Wright.

Si tratta di una commistione tra uomo e natura in un’armonia quasi perfetta. Il “quasi” ci sta perché ciò che è opera dell’uomo non è opera della natura e vale il viceversa. Ci si può avvicinare ma le cose non potranno mai essere perfettamente integrabili.

 

Qual è il valore aggiunto della tua professione nel mondo secondo te?

Penso che ciò che la mia professione può portare nel mondo siano bellezza e funzionalità in un luogo antropizzato. Perché bellezza e funzionalità devono correre di pari passo. Una struttura solamente bella rischia di diventare inutilizzabile. Viceversa, come spesso accade, delle strutture funzionali risultano inguardabili.

 

Qual è il lavoro che hai realizzato di cui sei più orgoglioso?

La cosa che mi è piaciuta di più, e che al contempo però mi rappresenta meno, è stato progettare gli impianti di un museo, affiancandomi ad un gruppo di architetti. Questo perché sono riuscito a trovare il difficile equilibrio tra la parte impiantistica di un complesso edilizio e la parte architettonica.

 

Cosa diresti ad un giovane di oggi che vorrebbe intraprendere questa professione?

Gli direi: “Lascia perdere l’università, lascia perde gli insegnanti, lascia perdere i master… viaggia e leggi.” 

Ovviamente è una provocazione con cui enfatizzare l’importanza e il peso della scoperta, elementi indispensabili per aprire la mente e stimolare il pensiero creativo, fondato però su una base solida che può venire solo ed esclusivamente dalla comprensione dell’opera creativa, e quindi dal libro.

Se avessi la bacchetta magica che struttura realizzeresti oggi e perché?

Più che una bacchetta magica ci vorrebbe un committente “magico”.

Mi piacerebbe realizzare un complesso architettonico nella quale poter analizzare non dico tutti, ma quasi, gli aspetti della vita sociale. Dall’abitazione alla struttura ricreativa.

 

Qual è il motto che più ti rappresenta?

L’architettura è un sapiente gioco di volumi sotto la luce” [Le Corbusier]

Ritengo che il volume sia fondamentale ma il volume è nulla senza la luce, che lo cambia, ne evidenzia le linee grazie al gioco di ombre.