I segreti di un crowdfunding di successo – Intervista a Tou.Play
6 Maggio 2016 - Impact Hub Bari

Quali sono i segreti di una campagna di crowfunding di successo?

I Tou.Play sono stati i vincitori del Challenges Camp 2015 organizzato da Impact Hub Bari. Dopo 3 mesi di incubazione nei nostri spazi, hanno lanciato la loro campagna di crowdfunding che in poco tempo ha raggiunto l’obiettivo prefissato. Come ci sono riusciti? Ce la raccontano Aldo e Giancarla in questa intervista.

“Ci siamo conosciuti un anno fa perché abbiamo preso parte a un’iniziativa dell’Università  e del Politecnico di Bari, per dare vita alle idee di imprenditoria giovanile”.

Quindi vi siete conosciuti per lavoro, non eravate amici prima, come spesso capita alle startup.

Al bando si poteva partecipare sia singolarmente sia come gruppi. Io (Giancarla) ho partecipato come singolo e Aldo con il suo gruppo informale. Uno degli obiettivi del percorso era la contaminazione: una volta a settimana i diversi progetti si raccontavano tra di loro e chiunque poteva dare suggerimenti. Avevamo 2 idee progettuali diverse. Io con una proposta sul turismo, loro invece volevano fare comunicazione per le aziende con la gamification. Quando Aldo, raccontando il suo progetto, ha detto che la gamification può avere diverse applicazioni tra cui il turismo, mi si è accesa una lampadina.

Io venivo da un’esperienza a Lisbona, nel campo turistico: per un’agenzia facevo delle visite guidate sia tradizionali, sia in forma di gioco, anche se molto semplice. Quindi mi venne l’idea di unire la gamification, che di solito si applica all’ambito professionale, al turismo. Ci siamo confrontati, fino alla partecipazione al Challenges camp.

Durante la plenaria di Challenges camp chiesero quali fossero i progetti che si volessero candidare, io l’ho lanciata lì e Aldo ha accolto l’invito. Ci siamo buttati.

Challenges camp ci è stato molto utile perché c’è stata una bella parte di formazione con alcuni mentors. Soprattutto per me è stata un’esperienza bellissima perché ero a crudo di queste nozioni: imprenditorialità, marketing, business model.

Challenges camp è andato molto bene, perché abbiamo vinto e ci siamo messi al lavoro seriamente.

Abbiamo acquisito altre risorse umane: Andrea, un amico di Aldo, che faceva parte del team precedente di Aldo. Io ho portato Arturo che fa la guida turistica. E poi c’è Anna che è la nostra grafica illustratrice.

Trovate che i percorsi di formazione dedicati alle startup vi siano stati d’aiuto?

Io ho un’idea precisa (parla Aldo): alcuni percorsi vale la pena farli, altri bisogna affrontarli in un’altra maniera. Io seguo alcune persone perché credo che quello che mi stanno dicendo sia giusto. Altri tipi di persone, le seguo per quelle che sono state le loro esperienze: mi faccio raccontare il loro vissuto e cerco di prendere il buono per quello che è il mio vissuto, lo riadatto, lo elaboro. Non prendo per Bibbia le loro parole e le loro esperienze. Penso: io cosa avrei fatto? Confronto il mio punto di vista. Provo a rubare la loro esperienza. Trovo che questi percorsi siano utili solo se impostati come quello di Challenges camp: di solito i mentors ti dicono “così devi fare”, non ti dicono “io ho fatto o farei così” e se provi a dirgli che tu faresti in un’altra maniera, loro ti rispondono che sbagli, perché il loro modo è quello giusto. Invece al Challenges camp ci hanno chiesto di raccontare la nostra idea e ci hanno dato delle dritte secondo le loro conoscenze, chiedendoci di lavorarci secondo le nostre attitudini. Spesso ti dicono semplicemente cosa fare, ma non come farlo, e soprattutto perché. Cercano quasi di imporsi. Al Challenges camp abbiamo incontrato persone con una visione differente, che erano state fuori dalla Puglia, dall’Italia, dall’Europa. E soprattutto il loro atteggiamento era diverso: “Sì, va bene, ma puoi fare anche questo. Questo è ok, ma prova ad aggiungere quest’altro. …”. Non era mai un “No, hai sbagliato”. Ovviamente tutto dipende anche dal team che deve essere ricettivo nei confronti dei consigli e non arroccarsi sulle proprie idee o, all’opposto, lasciarsi completamente snaturare.

La vittoria al Challenges camp cosa ha cambiato?

Grazie alla vittoria al Challenges camp ci ha contattato Nova Apulia (Nova Apulia gestisce per il Mibact, i siti turistico-culturali in Puglia) per chiederci di organizzare un evento in occasione di “Famiglie al museo”.

Era fine settembre e l’evento si teneva il 4 ottobre. Il nostro primo evento. In meno di 10 giorni lo abbiamo messo in piedi. Si chiamava Enigma al castello: una visita guidata al castello con un’ambientazione investigativa, con un altissimo livello di citazionismo (libri, serie tv, film).

In cosa consisteva il gioco?

Il Castello Svevo si era trasformato nella sede del “Governo Ombra” attaccato da nemici sconosciuti: c’erano indizi ed enigmi da risolvere disseminati per il Castello, che servivano proprio a scoprire i nemici. Durante l’esperienza le 3 squadre giravano le stanze (la quarta, quella dei creativi, era composta da bambini), c’erano dei qr code in giro per il castello da leggere con gli iPad e che davano accesso a contenuti (enigmi) originali creati da noi. Per ogni enigma risolto, dagli zaini poi tiravamo fuori dei cofanetti con dei premi. Durante il gioco, arrivavano sms in tempo reale, c’erano lucidi, mappe, insomma tutto molto interattivo. Un evento che è andato molto bene: per 2 ore e mezza adulti e bambini sono stati impegnati nella scoperta del Castello.

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Chi inventa questi giochi? Quali sono le competenze all’interno del team?

Giancarla cura l’aspetto turistico e comunicativo, Aldo il lato commerciale e amministrativo, Andrea è un game designer quindi struttura proprio i giochi e le dinamiche che lo animano, Arturo fornisce i contenuti culturali ad Andrea, Anna è la nostra grafica illustratrice.

Voi venite da mondi completamente diversi: Come va il team?

(Ridono) Io dopo un anno che me lo chiedevano, ho partecipato al primo gioco di ruolo dal vivo (ride Giancarla): un’esperienza molto carina, devo ancora metabolizzarla, ma mi sono divertita. Io credo che il nostro punto di forza siano principalmente due: le competenze che sono molto varie e si incastrano, e l’aspetto umano perché è proprio a livello umano che ci troviamo bene ed è un gruppo molto equilibrato. Abbiamo capito che anche i momenti di scontro sono sfide che vengono poste al team e non alla singola persona, quindi cerchiamo sempre di crescere e di migliorare.

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Adesso avete attivato una campagna di crowdfunding. Qual è l’obiettivo?

Noi abbiamo iniziato la campagna il 1 aprile e l’obiettivo era di 2000 euro. Scade il 20 maggio. Nel caso in cui non fossimo riusciti a raggiungere l’obiettivo, avremmo restituito tutto. Abbiamo chiesto aiuto per il finanziamento di un libro game turistico sui castelli di Puglia: una cosa a metà tra la guida del Touring club e il libro S di JJ Abrams. Vogliamo provare a venderlo in una distribuzione locale, metterlo nelle edicole dei castelli, venderlo in abbinamento al biglietto dei castelli, al posto della solita audioguida, o perché no, integrare l’audioguida all’interno del libro, dato che già prevede diversi tipi di contenuti.

La parte più difficile è quella dell’inserimento in un mercato di persone che dedica 7 secondi di attenzione ai contenuti online. Quando le persone superano la soglia dei 7 secondi e capiscono cosa vogliamo fare, sono entusiaste e curiose. La sfida è superare quei 7 secondi, perché spiegarlo è complesso. Non posso dire semplicemente che si tratta di un gioco, ogni gioco ha le sue regole che vanno spiegate e a ogni persona vanno spiegate in maniera differente.

Stiamo utilizzando il crowdfunding proprio per questo: ci offre la possibilità di  raccontarci, di spiegare davvero cosa vogliamo fare e quali sono i nostri obiettivi.

Vi siete fatti seguire da qualcuno per la campagna di crowdfunding?

Marcella Loporchio ha iniziato a seguirci davvero dai nostri inizi. È stata colpita dal team e ci ha dato una grossa mano sulla comprensione di alcune dinamiche del crowdfunding, tra cui il fatto di non doverci limitare alla comunicazione online: il segreto del crowfunding è proprio quello di creare eventi offline che attirino persone perché così riesci a farti conoscere fisicamente, hai più tempo per raccontare il tuo progetto. Online ho solo pochi secondi per catturare l’attenzione. Stiamo andando in radio, organizzando eventi. È una sfida perché il turismo è fatto di tanti segmenti, con ognuno dei quali bisogna comunicare in un modo diverso. Stiamo cercando di catturare l’attenzione anche dei geek e infatti saremo al Bgeek organizzando per loro una caccia al tesoro di promozione a Bari vecchia: ci saranno 2 fazioni, tema fantasy, si attiveranno dei quadranti della città solo in determinati orari. Dalle 14 alle 15 si attiva un quadrante, dalle 15 alle 16 un altro quadrante: quindi trovi gli indizi e i personaggi che ti aiutano nella caccia al tesoro, solo in determinati quadranti, in determinate ore. Al termine, il quadrante si spegnerà. Per fare questo ci stiamo attivando all’interno delle community di nerd e geek. Queste persone viaggiano e sono persone che probabilmente preferiscono seguire una guida come la nostra, piuttosto che andare dietro un ombrellino giallo.

Che genere di sostenitori avete avuto?

Abbiamo creato 12 ricompense diverse, di cui 9 abbastanza classiche (cartolina, nome sul libro, …). Da 55 euro in poi comincia ad esserci il libro. Alcune ricompense limitate che prevedono maglietta e biglietto del Bgeek o il libro rilegato a mano in edizione limitata. Le 3 ricompense più importanti sono esperienze uniche Tou.Play create ad hoc dal team, che pensavamo di non riuscire ad assegnare. E invece ci siamo accorti che i nostri sostenitori tendono a preferire le ricompense più alte: ne abbiamo assegnata una su un contributo 500 euro! I sostenitori sono arrivati da tutta Italia e anche fuori. Non sono solo amici, come si potrebbe pensare: moltissime persone che non conosciamo ci hanno sostenuto, solo perché si sono appassionati al progetto. Stiamo anche tenendo un crowd-diario: ognuno di noi racconta come sta vivendo questa campagna.

Sarà un problema realizzare tutte queste ricompense?

No, ci siamo preparati molto bene prima: abbiamo fatti ricerca, scambi commerciali, preparato le illustrazioni. Siamo pronti.

Come sta andando la campagna?

Benissimo! mancano 14 giorni e abbiamo 38 sostenitori. Siamo felicissimi perché abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Siamo grati e soddisfatti del risultato raggiunto ma vogliamo andare avanti! Abbiamo lanciato il primo stretch goal per la quota di 2500 euro e andiamo avanti fino al 20 maggio.

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